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giovedì, ottobre 15, 2009

Non pensate di fare l'astronauta

A Bergamo Scienza Umberto Guidoni esorta gli studenti delle scuole superiori a non mirare a divenire astronauti, ma a studiare biologia, fisica e chimica e magari un giorno sperare di essere inclusi in un progetto spaziale. Studio, pazienza immensa e determinazione sono le basi su cui gettare le fondamenta per una carriera di tutto rispetto.

Le domande rivolte all'astronauta italiano, primo personaggio europeo ad entrare all'interno della Stazione Spaziale Internazionale, riguardano la luna e il tanto atteso viaggio su marte.

"E' necessario ricominciare ad esplorare, tornare sulla Luna potrebbe insegnarci molte cose, anche in vista di un possibile viaggio su Marte anche perché negli ultimi quarant'anni le tecnologie sono cambiare molto, dobbiamo metterle alla prova con una missione lunare. A mio avviso si potrà seriamente parlare di nuovo sbarco tra un decennio. Se la Luna è stata e sarà una sfida, Marte lo è ancor di più. Si parla di anni di viaggio, milioni di chilometri. Non possiamo pensare che domani si preparano i bagagli si parte. E' fondamentale l'affidabilità dei mezzi, se si rompe qualcosa durante il viaggio diventa un problema enorme tornare a casa".

Per arrivare a Marte, le attività da svolgere sono tante e i passi da compiere devono essere compiuti con cautela. Si potrebbe iniziare macinando "pochi kilometri" magari affacciandosi su Europa, un satellite di Giove, oppure esplorare gli asteroidi che passano vicino alla terra. Esistono molte altre possibilità oltre all'esplorazione di Marte per rendere affascinante il mestiere più ambito da milioni di bambini.

lunedì, maggio 18, 2009

Viva questi intrepidi astronauti!

Dopo avere risolto brillantemente il nodo veramente faustiano della vecchia camera che non voleva essere sostituita dopo 16 anni di lavoro (vedi il mio post del 16 Maggio), ieri e oggi gli astronauti si sono di nuovo distinti in vere acrobazie nello spazio per risolvere altri profondi rebus strumentali e sempre con successo. Eccone uno al lavoro visto rispecchiato nel casco dell’altro. Mai nella storia della fisica spaziale così tanti devono tanto a così pochi! E’ proprio il caso di dirlo!

Ma torniamo ai fatti. Ieri il lavoro consisteva in pratica di scambiare un’altro vecchio strumento non più utilizzato con uno nuovo di zecca: il COS (Cosmic Origins Spectrograph) il più sensibile spettrografo mai portato in orbita. Questo compito per fortuna questa volta è andato liscio come l’olio e in poco tempo la cosa era fatta. Il secondo compito però presentava delle difficoltà molto maggiori che dovevano impegnare veramente a fondo le facoltà tecniche degli astronauti e cioè riparare la grande camera ACS (Advanced Camera for Surveys) che si era fermata due anni fa per un guasto nel sistema di alimentazione elettrico.

Se l’avete visto su NASA TV eravate partecipi ad un evento storico: la prima riparazione in orbita di uno strumento complesso come l’ACS. Per riuscirci, Grunsfeld doveva prima di tutto tagliare un varco nella griglia di alluminio spessa quanto un CD che rinchiudeva le schede elettroniche bruciate da un corto circuito usando uno speciale arnese costruito apposta per questo. L’arnese consisteva in un tranciatore con ruote di acciaio per recidere la griglia in 12 punti e così arrivare al coperchio della scatola contenente le schede.
Compiuto questo lavoro preliminare, si presentava la sfida di aprire il coperchio svitando 32 piccole viti senza perderle nello spazio (cosa eccezionalmente difficile con i guantoni che hanno). Per sormontare il difficile problema, Grunsfeld usò uno speciale marchingegno che permetteva di catturare nelle loro posizioni originali le viti mentre le svitava. Fatto questo, è riuscito con un pò di sforzo a liberare le schede bruciate e sostituirle una ad una con quelle buone che aveva con se e poi richiudere attentamente il tutto per evitare possible contaminazione o interferenze ellettriche alle schede.
Ma non era ancora finito perchè si doveva anche attaccare un nuovo alimentatore a bassa tensione all’esterno dello strumento e poi connettere un bel pò di cavi elettrici verso i vecchi connettori. La coreografia della difficile impresa era spettacolare con Grunsfeld infilato dentro il telescopio, Feustel sistemato all’estremità del braccio robotico guidato da Megan McArthur che trasferiva gli strumenti per la riparazione avanti e indietro tra il telescopio e i vari contenitori nel vano cargo mentre Mike Good faceva da direttore d’orchestra dall’interno della cabina di volo.
Tutto è andato alla perfezione con ampio anticipo rispetto al previsto. E il giorno dopo anche la riparazione dello spettrografo STIS. Un grande applauso assai meritato al termine dell’impresa da parte di tutta l’equipe di supporto a terra a Houston e a Goddard accolse gli astronauti al rientro nella cabina pressurizzata. Ancora più meritato dopo che i test che mostrano che tutte e due gli strumenti lavorano bene come previsto e sperato.

martedì, febbraio 03, 2009

La stella che non c'è

Il fisico Giovanni Bignami è stato il primo italiano a ricevere il premio Rossi della American Astronomical Society ed è famoso per aver scoperto quella che viene chiamata "La stella che non c'è". Inizialmente invisibile ai telescopi, la stella di neutroni Geminga è distante approssimativamente 552 anni luce nella costellazione dei Gemelli. Il fisico italiano sarà ospite il 6 febbraio all'Auditorium di Modena per una conferenza dal titolo “L’esplorazione dello spazio”.


L’appuntamento, organizzato dalle Biblioteche comunali e dall’universita’ di Modena e Reggio Emilia, chiude la rassegna “Oltre il blu. Le frontiere della scienza fuori dall’atmosfera terrestre”, che ha gia’ ospitato l’astronoma Margherita Hack e l’astronauta Umberto Guidoni. L’alternativa tra esplorazioni “con o senza equipaggio” accompagna la storia dell’astronautica dai tempi di von Braun, padre delle missioni americane e dello sbarco sulla luna.




Cosa e’ successo da allora e, soprattutto, cosa succedera’ nei prossimi anni? Gli obiettivi dell’esplorazione spaziale sono cresciuti esponenzialmente: comprendono lo studio dell’origine e la struttura dell’universo, la ricerca di forme di vita extraterrestre e lo sviluppo di nuove tecnologie, che trovano un vasto campo applicativo anche in altri settori. Le due scelte possibili, umana o robotica, hanno entrambe vantaggi e svantaggi che verranno esaminati nel corso della conferenza.

domenica, gennaio 27, 2008