lunedì, gennaio 26, 2009

Generazione di telescopi

In un futuro non troppo lontano, grazie allo sviluppo di nuovi telescopi potremmo scoprire un cielo che non pensavamo di conoscere. Un vero e proprio salto quantico rispetto a ciò che abbiamo cisto fino ad ora.


Si passerà dagli attuali specchi di 20 metri di diametro a quello di 42 metri dello European extremely large telescope. Il suo punto di forza non sarà solamente la grande dimensione delle lenti, ma anche la maggior risoluzione garantita dalle ottiche adattive, un "gioco di lenti" che permette di ricomporre la distorsione prodotta dall'atmosfera terrestre.


«Con questo strumento entreremo in una nuova fase di scoperta – sottolinea l'astrofisica Margherita Hack, professore emerito presso l'Università di Trieste – perché potremo osservare con precisione anche lo spostamento dei corpi più lontani della Terra, trovando nuove misure per quell'energia oscura scoperta con Hubble e che spinge l'Universo a espandersi, ma per la quale non sappiamo ancora trovare una spiegazione, ma anche scoprendo nuovi pianeti simili alla Terra».


Hubble, è un telescopio posto negli strati esterni dell'atmosfera terrestre, a circa 600 chilometri di altezza, in orbita attorno alla Terra. È stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea e seguito per molti anni da Francesco Paresce responsabile ESA per il gigantesco telescopio.
Per approfondire:
Francesco Paresce (Tra razzi e telescopi)
Ignazio Licata (Osservando la Sfinge)

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