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mercoledì, luglio 27, 2011

Lectio magistralis - Universo, multiverso

Da venerdì 16 a domenica 18 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche. Tra i protagonisti il 17 settembre alle ore 21.00 nel Piazzale Avanzini di Sassuolo, Ignazio Licata con una lectio magistralis dal titolo Universo, multiverso.

Ignazio Licata è professore di Fisica teorica e Direttore dell’Isntitute for Scientific Methodology per gli studi interdisciplinari di Palermo. Collabora con «Il Sole 24 Ore» e dirige l’«Electronic Journal of Theoretical Physics».

Ha ricevuto il Premio Veneri per la Scienza (2008) e la Targa Pirandello (2010). Allievo di David Bohm, ha lavorato su modelli di pre-spazio non locali e quantizzati. Si occupa attualmente di fondamenti di teorie quantistiche, teoria dei campi, processi cognitivi rapporti tra fisica e computazione.

Ha proposto recentemente la teoria dell’universo arcaico, che descrive la fase quantistica “prima” del big-bang. Tra i suoi libri in italiano: Osservando la sfinge. La realtà virtuale della fisica quantistica (Di Renzo Editore - Roma 2003); La logica aperta della mente (Torino 2008); Complessità. Un’introduzione semplice (Palermo 2011).





giovedì, marzo 19, 2009

Lo scienziato del mistero

Il premio Templeton 2009 è stato assegnato al fisico francese Bernard d’Espagnat che ha centrato le sue ricerche per trovare la risposta alla domanda “cos’è la realtà”. Per anni ha indagato con strumenti scientifici e pensieri filosofici, le condizioni che rendono possibile all'uomo l'accesso alla realtà.
Il percorso dello scienziato francese è stato un'eterna sfida ma ha anche avuto il modo di approfondire i risultati raggiunti da alcuni dei massimi esponenti della fisica come Enrico Fermi con cui ha collaborato come assistente a Chicago.
Ha cominciato la sua carriera incentrando tutta la ricerca sulla teoria delle particelle dette "elementari" per poi spostare lo sguardo ai fondamenti concettuali della meccanica quantistica, fino ad arrivare alle questioni filosofiche legate alla nozioni di realtà.
All'età di 88 anni, dopo una carriera ricca di soddisfazioni è giunto al tragurado del premio istituito da sir John Templeton per il progresso della ricerca nel campo dei rapporti fra scienza e religione. Come per altri illustri personaggi del pensiero contemporaneo, il premio gli verrà consegnato il 5 maggio a Londra durante una cerimonia solenne a Buckingham Palace.
Tra i predecessori del fisico francese, possiamo annoverare Madre Teresa di Calcutta, Freeman Dyson, George Ellis, Paul Davies giusto per citarne alcuni.
Per approfondire:

lunedì, gennaio 26, 2009

Generazione di telescopi

In un futuro non troppo lontano, grazie allo sviluppo di nuovi telescopi potremmo scoprire un cielo che non pensavamo di conoscere. Un vero e proprio salto quantico rispetto a ciò che abbiamo cisto fino ad ora.


Si passerà dagli attuali specchi di 20 metri di diametro a quello di 42 metri dello European extremely large telescope. Il suo punto di forza non sarà solamente la grande dimensione delle lenti, ma anche la maggior risoluzione garantita dalle ottiche adattive, un "gioco di lenti" che permette di ricomporre la distorsione prodotta dall'atmosfera terrestre.


«Con questo strumento entreremo in una nuova fase di scoperta – sottolinea l'astrofisica Margherita Hack, professore emerito presso l'Università di Trieste – perché potremo osservare con precisione anche lo spostamento dei corpi più lontani della Terra, trovando nuove misure per quell'energia oscura scoperta con Hubble e che spinge l'Universo a espandersi, ma per la quale non sappiamo ancora trovare una spiegazione, ma anche scoprendo nuovi pianeti simili alla Terra».


Hubble, è un telescopio posto negli strati esterni dell'atmosfera terrestre, a circa 600 chilometri di altezza, in orbita attorno alla Terra. È stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea e seguito per molti anni da Francesco Paresce responsabile ESA per il gigantesco telescopio.
Per approfondire:
Francesco Paresce (Tra razzi e telescopi)
Ignazio Licata (Osservando la Sfinge)

lunedì, gennaio 19, 2009

Scoperta la forza che divide

«Mi sento un designer quantico» afferma scherzosamente Federico Capasso di Harvard, citando il titolo della sua biografia: «Avventure di un designer quantico» (Di Renzo Editore). Lo scienziato ha appena scoperto una nuova forza quantica repulsiva, capace di far levitare i nanomateriali, e pensa a come svilupparne il risultato tutelato dal brevetto. Un passo in avanti verso la costruzione di nanoingranaggi che lavorano senza toccarsi? E' possibile. «Disegnare nuovi materiali con proprietà che non esistono in natura è uno dei temi centrali della mia carriera — aggiunge —. Come anche riuscire a controllare le fluttuazioni quantistiche dei materiali che potranno avere importanza nelle applicazioni».

Per semplicità qualcuno ha chiamato questa repulsione «lubrificante quantico». Lubrificante perché funziona come l'olio nel motore: evita il fondersi delle parti. Quantico perché dipende dal movimento degli elettroni negli atomi, quelle fluttuazioni naturali (istantanee) di cariche elettriche nella materia. Lo studio, apparso su Nature con la collaborazione di Jeremy Munday (California Institute of Technology) e V. Adrian Parsegian (National Institutes of Health di Bethesda), si basa sugli effetti forza di Casimir, teorizzata negli anni '50 e finora mai dimostrata.

Qui l'argomento si complica. A provocare la forza di Casimir è solo il movimento degli elettroni negli atomi, quando due materiali metallici sono a 100 nanometri di distanza. In pratica, si forma da sola, naturalmente. Se i materiali sono uguali è attrattiva, se sono diversi può diventare repulsiva.

L'esperimento forse chiarisce il concetto. In un sistema composto da una sfera ricoperta d'oro e una lastra di biossido di silicio immerse in un liquido (bromobenzene), la repulsione si ottiene perché la superficie d'oro è più attratta dal liquido che dalla lastra (Casimir attrattiva), di conseguenza il liquido riesce a spingersi in mezzo ai due materiali, allontanandoli tra loro. Risultato: la levitazione.

La forza repulsiva è debole, pari a 10 piconewton alla distanza di 20 nanometri, ma non è trascurabile. «Evita che le parti dei nanodispositivi si appiccichino tra loro» aggiunge lo scienziato. Non è cosa da poco: se due nanomateriali si incollano, diventa impossibile separarli senza romperli. «Con la tendenza a miniaturizzare ogni dispositivo a un certo punto la forza di Casimir attrattiva non si potrà più ignorare — precisa il fisico —, ma col nostro esperimento abbiamo dimostrato che rendendola repulsiva attraverso un'opportuna scelta di materiali, la potremo utilizzare a nostro vantaggio e quasi eliminare l'attrito meccanico».

Applicazioni possibili: nei chip con parti mobili (Mems) ulteriormente miniaturizzati. Oggi questi chip si trovano negli airbag, nei navigatori satellitari, nei proiettori di trasparenze e in molti altri strumenti.

«Per arrivare a un'applicazione pratica la strada è ancora lunga — commenta Paolo Milani dell'Università di Milano —. Il merito di Capasso sta nel ricordarci che la realizzazione di nanodispositivi funzionanti richiede strategie molto lontane da una semplice estrapolazione delle soluzioni ingegneristiche utilizzate per macro e microdispositivi. Nel nanomondo la fisica classica convive con quella quantistica ponendoci delle sfide che solo nuovi paradigmi scientifici saranno in grado di affrontare», n prossimo obiettivo di Capasso è quello di filmare la levitazione di questo sistema. Forse allora il meccanismo sarà veramente molto più chiaro, per tutti.

Paola Caruso – Corriere della Sera – Sabato 17 gennaio 2009