E’ diviso in due parti ben distinte il volume di Luigi Lugiato “Divertirsi con la ricerca”: nella prima metà il fisico, docente presso l’università Insubria di Como, narra il suo percorso universitario, l’ avvicinamento al settore dell’ottica quantistica, definito uno dei ‘più interessanti e vivaci della fisica’; i traguardi professionali e i risultati scientifici raggiunti. Nella seconda, invece, abbandona la propria biografia per affrontare temi più generali. Inizia con il sottolineare il legame tra ricerca e creatività, concludendo che: ‘In generale, qualunque progresso scientifico coinvolge l’impiego della fantasia’. Passa quindi a esaminare contrapposizioni errate diffuse nella ricerca scientifica, quali quelle tra ricerca teorica e sperimentale, ricerca pura e applicata e, infine, tra interdisciplinarietà e specializzazione.
Un intero capitolo è dedicato alle considerazioni sullo stato della ricerca fisica italiana e ai problemi che la riguardano, dalla mancanza di meccanismi efficienti per il trasferimento tecnologico alle industrie all’assenza di finanziamenti adeguati, dalla scarsa importanza data nel nostro Paese alla valutazione dei risultati di ricerca all’ancora insufficiente autonomia dei nostri atenei. Non manca, infine, qualche pagina di consigli agli aspiranti ricercatori, ai quali raccomanda grande dedizione al lavoro e capacità di accettare qualche sconfitta. Un volume dal quale trapela la grande passione dell’autore per la fisica.
Un sentimento che, oltre ad avergli consentito di raggiungere risultati scientifici significativi, gli permette di cogliere con chiarezza le difficoltà che questa disciplina incontra quotidianamente in Italia, e che rischiano di farle perdere quel ruolo di eccellenza che dai tempi di Enrico Fermi ha ricoperto.
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