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giovedì, gennaio 28, 2010

Siamo i figli dei computer

Steve Jobs, padre della mela morsa, ha lanciato il nuovo prodotto Apple dal nome IPad. L’iPad consente agli utenti di interagire fisicamente con le applicazioni e i contenuti è spesso solamente 1,27 cm e pesa appena 680 grammi: più sottile e leggero di qualsiasi altro laptop o netbook. Si potranno guardare film, trasmissioni TV e video di YouTube in HD o scorrere le pagine di un e-book scaricato dal nuovissimo iBookstore di Apple mentre si ascolta la propria raccolta musicale.
L'astrofisica Margherita Hack non nasconde che alla tecnologia preferisce la carta perché ti permette di leggere, annotare e pensare. Afferma anche che i computer e i dispositivi tecnologici ti fanno guadagnare tempo, oramai su internet si trova di tutto. Credo sia anche un problema generazionale - aggiunge - i ragazzi hanno tanta dimestichezza con il pc e tutti i gadget tecnologici ma anche per chi è di un'altra generazione l'elettronica ha accelerato tutto.
"L'astronomia ci racconta che siamo fatti di materia e quindi di stelle ma anche i computer, essendo in silicio, sono fatti di stelle. Quindi siamo anche figli dei computer".
Ebook della Di Renzo Editore:

mercoledì, febbraio 11, 2009

Il padre dei dati compressi

Ziv Jacob è stato un ragazzo sempre incuriosito da circuiti e aggeggi vari e questa passione l'ha incanalata in una carriera che ha cambiato il corso del mondo della comunicazione che gli valsero molti premi importanti. E’ conosciuto in tutto il mondo dell’informatica per aver inventato l’algoritmo LZ77 che ha rivoluzionato il modo di comunicare. Infatti senza il potente algoritmo, oggi non parleremo di MP3 di PDF o JPG e soprattutto di ZIP che sono l’anima delle comunicazioni informatiche.

Tutta questa curiosità è scaturita da ragazzo leggendo un libro in russo sulla vita di Guglielmo Marconi.

"Io non sapevo una parola di russo, ma usando un dizionario, ho tradotto la storia Marconi, parola per parola, e mi misi in testa di poter costruire il mio trasmettitore", spiega Ziv Jacob. "Quando i miei genitori un giorno lasciarono la casa, inserii il mio trasmettitore e rimasi sbalordito".

lunedì, novembre 19, 2007

Quando la scienza si fa teatro



Intervista a Valeria Patera, www.retididedalus.it

A colloquio con la drammaturga e regista milanese che ha dedicato il suo ultimo libro “La mela di Alan” al matematico Alan Mathison Turing, reputato l’inventore del computer. Un personaggio geniale ed eccentrico morto suicida. Passione per la contaminazione e principio di inclusione sono le modalità operative che permettono alla scrittura scenica di dare senso espressivo alla conoscenza scientifica.

di Martina Velocci

Intervistiamo Valeria Patera, poetessa, autrice, regista e originale esponente del filone del teatro-scienza. La sua ultima pubblicazione teatrale è il libro La mela di Alan (Di Renzo Editore, Roma 2007, pp. 120, € 12,50), dedicato ad Alan Mathison Turing (1912-1954), matematico, ingegnere, biologo, criptoanalista, uno scienziato che è considerato l’inventore del computer.

Lei è un’artista che si muove su più fronti: è attrice, regista e scrittrice, cosa la caratterizza maggiormente?

Il gesto originario è quello della scrittura, se proprio devo scegliere un aspetto, scelgo sicuramente la scrittura, la scrittura comprensiva anche dell’arte, scrittura in senso scenico, la scrittura che diventa regia.

Come è cominciata la sua passione per il teatro?

Credo che sia stata una passione nata con me, già da piccola a tre anni mi piaceva esibirmi sul palcoscenico, da giovanissima a sedici anni ho capito che volevo andare avanti su questa strada, studiando ed impegnandomi molto, e proprio per un lavoro teatrale molto importante sono arrivata a Roma. Poi, con il tempo mi è insorta la passione di stare dietro la scena e, così, ho iniziato con la regia. Mi ha sempre interessato la realizzazione di un teatro multicodice, ho cercato contaminazioni continue, ho voluto includere linguaggi diversi dentro quell’unico gesto che è il teatro.

Lei è nota per un particolare, nuovo ambito artistico: il teatro-scienza; la scienza quindi diventa un nuovo mezzo di linguaggio?

In un processo di inclusione infinita ho pensato non solo ai linguaggi artistici codificati, ma anche ad altri linguaggi come la scienza, in quanto il pensiero, il pensare è l’azione per eccellenza.

La conoscenza scientifica è molto presente, direi basilare, nella nostra cultura, e se i suoi concetti sono considerati astratti, attraverso il teatro è possibile comunicarli e farli percepire. Tutto è nato dall’amore della contaminazione, nonché dal principio di inclusione.

Ci parli del suo ultimo libro dal titolo “La mela di Alan”, che è nato come un copione di teatro-scienza e poi è diventato un libro.

La storia è lunga, avevo già precedentemente pubblicato dei libri riguardanti dei personaggi scientifici, questo è su Alan Turing, importante scienziato vissuto nella prima metà del Novecento e morto suicida mangiando una mela avvelenata. Turing è oggi reputato il padre del computer. Era un personaggio troppo poco conosciuto, la sua storia è incredibile e lui è sicuramente una figura insolita e straordinaria. Anche questa volta il libro nasce da un precedente lavoro teatrale, molti infatti dei miei lavori per la scena poi trovano la strada della pubblicazione.

Progetti per il futuro?

Ho in mente un nuovo personaggio, ma non voglio svelarlo, per il resto partiranno presto dei lavori teatrali come quello su Darwin, che è stato già rappresentato qualche tempo fa (al Festival della Filosofia di Roma), ma che ora per il bicentenario della nascita del grande scienziato sarà nuovamente messo in scena in varie nazioni.


mercoledì, novembre 14, 2007

Teatro e Scienza

La mela di Alan è un libro, un spettacolo teatrale dedicato al matematico Alan Mathison Turing, scritto da Valeria Patera e pubblicato da Di Renzo Editore. Valeria Patera sin da giovanissima, studia e si impegna molto in quello che ritiene il suo maggior talento. Con il passare degli anni insorge la passione di non stare sul palcoscenico, ma di lavorare dietro le quinte. Si appassiona al teatro e alla scienza, mescolare le due cose, includere l'uno dentro l'altro per farli percepire, farli capire e conoscere.

Da questa passione nasce La mela di Alan, uno scienziato vissuto nella prima metà del novecento e morto suicida mangiando una mela avvelenata. Turing è ritenuto "colpevole" di essere l'inventore dell'attuale "computer". Nessuno lo conosceva, e anche questo ha spinto l'autrice a dedicargli una ricerca approfondita e un libro. Anche questa volta il libro nasce da un precedente lavoro teatrale, molti lavori per la scena poi trovano la strada della pubblicazione.