
Che i pianeti e le stelle emettessero musica è un concetto molto antico che cercava di interpretare i movimenti dei corpi celesti come musica non udibile. Pitagora elaborò una sua teoria metà mistica e metà matematica, invece Keplero ne teorizzò una connessa tra geometria, cosmologia e armonia che utilizzò per il suo libro Harmonice Mundi.
Nel lavoro Keplero illustra l'armonia e la congruenza in forme geometriche e fenomeni fisici. La sezione finale del lavoro riguarda la sua scoperta della cosiddetta "legge terza" del movimento planetario. Keplero divide l'armonia del mondo in cinque capitoli lunghi: il primo è sui poligoni regolari; il secondo è la congruenza delle cifre; la terza è l'origine delle proporzioni armoniche nella musica; la quarta è su configurazioni armoniche in astrologia; e la quinta per l'armonia dei movimenti dei pianeti.
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