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lunedì, giugno 06, 2011

Diciamolo, è un brutto ambiente

Woo-a, woo-a, woo-a woo woo-a woo-a, ooo, ooo, ooooh: così la primatologa Jane Goodall ha aperto la sua audizione sul destino delle foreste al Parlamento statunitense. E' il saluto degli scimpanzé con i quali lei vive tra gli alberi di Gombe, in Tanzania; e ha spiegato la scienziata: "Se vogliamo continuare a sentirlo, fermiamo le seghe, le strade e le coltivazioni di olio di palma che stanno distruggendo le nostre foreste in tutto il mondo".


martedì, maggio 24, 2011

Scimpanze',una speranza per l'uomo?

Aveva 26 anni, era il luglio del 1960: Jane Goodall salpo' per la prima volta per l'allora colonia britannica del Tanganica (dal '64 confluita nell'odierna Tanzania, portmanteau di Tanganica e Zanzibar). Il suo obiettivo, quello che diventera' la ragione stessa della sua vita, era lo studio degli scimpanze', dell'ecosistema: capire per cercare di salvare. Accompagnata dalla madre, pensava di fermarsi 3 anni. Il Gombe National Park (fondato nel 1968) sara' la sua casa per quarant'anni, i primi venti praticamente senza interruzioni.

Nell'autobiografia da poco edita dalla Di Renzo Editore, 'Cambiare il mondo in una notte' (da ricordare che sempre nel 2008 la Prometheus Books ha dato alle stampe una biografia di Meg Greene), racconta la sua vita, ma la utilizza come mezzo, non come fine: quando una giovane donna della media borghesia europea, che all'epoca non poteva che apparire naif e sconsiderata, si avventura in una simile impresa, spinta da quella passione e quegli ideali, certo non cerca vanto o gloria. [Leggi tutto]

lunedì, dicembre 06, 2010

Jane Goodall e la perdita della biodiversità.

Ho iniziato il mio lavoro in Africa 50 anni fa, studiando gli scimpanzé del Gombe National Park in Tanzania. Allora l’habitat degli scimpanzé si estendeva ben oltre i confini del parco. Ma dai primi anni ’90 gli alberi al di fuori del parco erano quasi completamente scomparsi. Quando ho sorvolato l’intera area con un piccolo aereo, era evidente che ci fossero più persone che vivono nei villaggi intorno al parco che terra che potesse sostenerli. Il risultato non è solo la crescita della popolazione tipica, ma anche un afflusso di rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Burundi. Queste persone povere stavano lottando per sopravvivere e hanno abbattuto l’ultima delle loro foreste con sforzi disperati per le coltivazioni per sfamare le loro famiglie o per guadagnarsi da vivere attraverso la produzione di carbone. Il terreno era stato eccessivamente sfruttato dall’allevamento, il suolo stava perdendo la sua fertilità, e l’erosione divenne diffusa. Possiamo proteggere gli scimpanzé se aiutiamo la gente?
Per questo 16 anni fa il Jane Goodall Institute ha avviato il TACARE, un programma di conservazione basato sulla comunità. Esso mirava alla riduzione della povertà, e con un’organizzazione della società, sfruttamento sostenibile delle risorse, programmi di micro-credito soprattutto per le donne, strutture sanitarie migliori e programmi di educazione ambientale, almeno in quell’area del mondo il problema non è stato risolto del tutto, ma è diventato meno grave.

lunedì, luglio 26, 2010

Cinquant'anni con gli scimpanzè

Cima Jane
“Se chiudo gli occhi, i primi giorni tornano così vividi. Riesco a ricordare così bene il senso di irrealtà che provavo mentre salivo a nord del lago Tanganika verso Gombe, oltrepassando le valli piene di foreste. Avrei trovato gli scimpanzé, mi chiedevo.”

Così inizia un articolo pubblicato domenica 25 luglio su La Repubblica. Jane Goodall autrice del libro “Cambiare il mondo in una notte”, ha 76 anni e il suo nome ricorda anche quello di un istituto con oltre venti sedi sparse per il mondo.

Nel 1950 l’antropologo Louis Leakey la mandò in Tanzania e l’allora giovane Jane non era ancora laureata. La sua scoperta rivoluzionò il modo di pensare all’uomo come essere supremo. La Goodall scoprì osservando per mesi gli scimpanzé che questi erano carnivori e erbivori come gli uomini e che costruivano utensili proprio come l’uomo.

L’esclamazione di Leakey passò alla storia: “Adesso dobbiamo ridefinire la nozione di utensile e la nozione di uomo, oppure dobbiamo accettare gli scimpanzé come umani”.

Ad ottobre uscirà un nuovo libro che ripercorrerà i 50 anni di Gombe. Ricorda che quando arrivò in Tanzania lavoravano e mangiavano accampati, mentre adesso ogni edificio è dotato di pannelli solari, che le mappe venivano disegnate grazie alle foto aeree mentre adesso usano il GPS, ma quando sale sul colle adesso a lei dedicato, riesce a sentire ancora le stesse emozioni dei primi giorni.

mercoledì, ottobre 29, 2008

Signora delle scimmie

La prima recensione del libro scritto da Jane Goodall, è arrivata in redazione. La proponiamo per una parte e vi invitiamo a visitare il sito tutelafauna.it per leggere il resto.
Jane Goodall non ha bisogno di presentazioni, essendo una delle tre «Signore delle Scimmie» (assieme a Diane Fossey e Birute Galdikas) che hanno rivoluzionato il modo di studiare i primati e messo in discussione molte delle nostre certezze umane. Questo suo libro e’ assolutamente straordinario. Non e’ un trattato di etologia, ma un racconto semplce a cuore aperto, che parla della sua storia, dei suoi valori, del nostro pianeta, del dove sta andando, della necessita’ di tutelare fauna, persone e ambiente come un inscindibile tutt’uno. Le cose straordinarie che ha realizzato nella sua vita Jane Goodall le racconta con la modestia dei grandi che non hanno alcun bisogno di incensarsi. Eppure dobbiamo a lei dei passi in avanti epocali. Ad esempio avere scoperto che gli scimpanze’ usano utensili ci costringe a ridefinire il concetto di cultura.