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mercoledì, novembre 05, 2008

Festival...perchè la scienza è scienza!!

Si è concluso ieri il Festival della scienza di Genova con il solito successo. Il tema di quest'anno era appunto la diversità, la diverstità della mente, la diversità del linguaggio della tecnologia e delle idee.
Affrontato come tema da Luigi Luca Cavalli Sforza, quello della diversità, nella lectio magistralis che ha inaugurato la sesta edizione del festival. Lo scienziato italiano ha affermato che la diversità "è il fulcro della storia umana". La diversità mette paura ma incuriosisce anche, e se la diversità è quella mentale, i curiosi aumentano, e la lectio magistralis di Catherine Vidal è stata la contro prova. Molto seguita la lezione che ha definitivamente demolito il luogo comune sulla diversità biologiche che c'è tra il cervello femminile e quello maschile.
Per un Festival che chiude, c'è un festival che apre. Da ieri fino al 11 novembre a Cagliari aprirà i battenti un altro festival della scienza.
Il festival, organizzato dal comitato ScienzaSocietàScienza, è dedicato al dialogo tra scienza e società e prevede una fitta serie di conferenze, dibattiti, eventi e spettacoli. In questo ambito, la presenza di Sardegna Ricerche prevede diversi appuntamenti, organizzati all'interno dello spazio "La Torretta" dell'ExMà. Tra le tante conferenze segnaliamo quella di Edoardo Boncinelli Come nascono le idee” il giorno 8 novembre alle ore 17.30

venerdì, settembre 26, 2008

La paura della scienza

La paura della scienza "non si può eliminare ma si può rendere sempre più immotivata" attraverso una maggiore diffusione dell'educazione e della formazione scientifica. Lo ha spiegato il genetista Edoardo Boncinelli, intervenendo al World Social Summit in corso a Roma.

La scienza insegna ad ascoltare e mette in discussione le stesse doti dello spirito democratico, ma fa paura perchè riesce a portare anche le novità. L'uomo è l'unico essere vivente che conosce il proprio patromonio genetico, anche le staminali sono una grande promessa, una speranza, ma questa speranza forse è stata urlata troppo ad alta voce e si pensava di raggiungere la ricostruzione dei tessuti in meno di tre anni invece "la natura ha i suoi vincoli e i suoi tempi. Solo conoscendoli, aggirandoli e assecondandoli si potrà riuscire a fare qualcosa". Ma "la paura non è un grande investimento". La scienza non può eliminare le ingiustizie sociali, ma può eliminare l'ingiustizia di chi nasce malato o debole. Spero - ha concluso - con l'aumento dell'istruzione e dell'educazione, che tutti si accorgano che è un grande strumento di liberazione".