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martedì, gennaio 10, 2012

Difendere lo spazio vitale

L’invasione del proprio spazio vitale durante un discorso è alle volte fastidioso e irrita la maggior parte degli umani. State parlando e il vostro interlocutore vi tocca in continuazione il braccio o la spalla. In quel momento il vostro spazio vitale è stato infranto e alterato.

Lo spazio vitale

C’è una scienza che studia la percezione dello spazio nelle relazioni tra umani, l’antropologo Edward T. Hall nel 1963 le diede il nome di prossemica.

L’avvicinarsi in modo inappropriato ad altre persone, invadendo il loro spazio personale, spesso si traduce in stress, procurando nervosismo o uno stato d'inimicizia. È come se fossero messe sotto pressione.

La persona che si avvicina troppo mentre parla scaturisce sempre lo stesso effetto, stato d’ansia e fuga o allontanamento mentale dell’interlocutore. La persona che viene avvicinata troppo tenderà ad allontanarsi.

Se per la persona “aggredita” non sarà fattibile allontanarsi fisicamente, potrebbe adottare la tecnica del “cut off” cioè tagliarsi fuori creando delle barriere. Le braccia che avvolgono il torace sono un classico esempio di isolamento e protezione.

Paul Ekman, psicologo americano ispiratore della serie TV Lie to me, sulla prossemica ha condotto molti studi soffermandosi sulle micro espressioni facciali per determinare gli stati d’animo dimostrando che le emozioni sono universali.

Con lo studio delle micro espressioni facciali Paul Ekman, riesce a ricavare informazioni utili per scoprire se una persona sta mentendo o meno e questa tecnica viene presa in considerazione da molte forze dell’ordine durante le indagini.

martedì, settembre 07, 2010

Lie to me in onda su Rete4

Il protagonista si chiama Tim Roth ed interpreta il Dottor Cal Lightman, psicologo e studioso del comportamento umano, del linguaggio non verbale, quello non controllato delle espressioni facciali.

Lo psicologo collabora con FBI e polizia locale per individuare colpevoli in casi complicati. Il personaggio interpretato da Tim Roth è ispirato dagli studi del Dr. Paul Ekman psicologo statunitense, realizzatore del progetto FACS (Sistema di Codifica delle Espressioni Facciali) e autore del libro La seduzione delle bugie (Di Renzo Editore).

La serie TV giunta alla 2 edizione e trasmessa da FOX sbarca anche sul digitale terrestre in chiaro su RETE4 il sabato sera a partire dal 11 settembre.

lunedì, agosto 09, 2010

La macchina della verità umana

Più affidabile della famosa macchina della verità, il Facial Action Coding System (Facs) è un sistema di individuazione delle bugie che registra e analizza ogni singolo movimento facciale. Ce ne parla Paul Ekman, ispiratore della serie TV Lie to me, docente di psicologia alla University of California, ideatore del Facs e autore del libro "La seduzione delle bugie" pubblicato da Di Renzo Editore

Oggi bisogna stare attenti a quel che si dice, soprattutto se in giro c'è un "cacciatore di bugie". Con questo termine, coniato da Paul Ekman, docente di psicologia alla University of California, si allude a una persona appositamente preparata per smascherare l'inganno. Ma come è possibile dire con certezza se una persona sta mentendo? Ci si era già provato attraverso l'uso del poligrafo, la cosiddetta macchina della verità: quattro sensori, una serie di tubi pneumatici e un rilevatore della pressione sanguigna. Quanto basta per registrare tutti i cambiamenti nell'attività del sistema nervoso autonomo, ossia ritmo e frequenza cardiaca e respiratoria, sudorazione e temperatura corporea.

Però una delle mancanze del poligrafo è quella di rivelare la presenza di un'emozione, ma non necessariamente di una bugia, il Facial Action Coding System (Facs), può ovviare a questo problema. Il sistema fornisce un metodo di misurazione oggettivo della contrazione dei muscoli facciali, solitamente coinvolti nell'espressione di tutte le differenti emozioni.

Il Facs diventa un efficace indicatore di bugie, perché rivela tutte le contraddizioni e le inesattezze espressive del volto. Quando infatti la nostra concentrazione è rivolta alla cura delle parole o degli atteggiamenti, al fine di ingannare qualcuno, le emozioni sono controllate, ponderate, e ciò comporta inevitabilmente un'alterazione dei normali schemi espressivi.

Appena il 10% di margine di errore, una percentuale bassissima ma troppo alta per essere usata come prova in un tribunale.

Non andrà bene ai fini giuridici, ma può essere un eccellente metodo investigativo a uso personale.