venerdì, ottobre 14, 2011

Il mio infinito

Dio, la vita e l’Universo nelle riflessioni di una scienziata atea 

Culla di miti e cosmogonie. La volta stellata ha sempre affascinato l’uomo da sempre. Con il tempo si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo. Molte sono state le domande a cui è stata trovata una risposta, ma ci sono alcuni interrogativi che ancora oggi restano irrisolti. 

L’Universo è tutto ciò che esiste? È finito o infinito nel tempo e nello spazio? È uno fra tanti? 

Margherita Hack, fiorentina, classe 1922 ci mostra i pregi e i limiti degli approcci di scienza e fede. Non offre risposte definitive, che la scienza forse non potrà mai dare, ma delinea la visione non consolatoria di un mondo che non ha bisogno di Dio per reggersi, in cui il miracolo più grande è la capacità della mente di schiuderci le frontiere dell’infinito.

Il 28 ottobre, alle 15:00 una Lectio Magistralis dell’astrofisica Italiana che conta più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali ed è molto nota al grande pubblico come divulgatrice scientifica.

Tra i suoi libri: L’Universo alle soglie del terzo millennio (BUR, 2000); Vi racconto l’astronomia (Laterza, 2002); Dove nascono le stelle (Sperling & Kupfer, 2004); Qualcosa di inaspettato (Laterza, 2004); Così parlano le stelle (Sperling & Kupfer, 2007); Libera Scienza in Libero Stato (Rizzoli, 2009, Premio letterario Castiglioncello per la cultura politica della Fondazione Spadolini e Premio Piovene nel 2010); Notte di stelle (Sperling & Kupfer, 2010); Una vita tra le stelle (Di Renzo Editore, 2011)

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