Silenzioso, schivo, capace di trascorrere giornata intere immerso nei calcoli chiuso nella sua stanza, tormentato e geniale, Majorana ebbe una vita fuori del normale. Quarto di cinque fratelli che si distinsero tutti in qualche campo particolare: chi nella giurisprudenza, chi nell’ingegneria, chi nella musica.
Le sue tracce si persero sul postale che da Palermo lo avrebbe dovuto portare a Napoli , il 26 marzo del 1938. L’ipotesi che trovò più credito fu che si fosse buttato tra i flutti, ma il mare non restituì mai il suo corpo.
Il giallo, negli ultimi giorni si è arricchito di nuovi indizi, portati alla luce da Erasmo Recami, il maggiore biografo del fisico.
Nessun commento:
Posta un commento