martedì, dicembre 22, 2009

Marconi, l'uomo

Il libro biografico Marconi, Mio Padre, scritto da Degna Marconi Paresce, figlia dello scienziato premio Nobel, si propone, oltre che di parlare delle scoperte e dei successi di Marconi come scienziato, anche e soprattutto di parlarne come uomo, descrivendone il carattere e la personalità. Perché, spesso, delle grandi figure, è proprio l’essenza umana, nascosta dai successi pubblici, a sfuggire, ad essere posta in secondo piano o a non venire considerata affatto. Il libro, diviso in tre parti, si apre con alcune considerazioni iniziali che l’autrice fa sulla figura del padre. Nei suoi primi ricordi era completamente preso dal perfezionamento della sua invenzione, poi era il più delle volte assente, sia di persona, sia con lo spirito, poiché la sua dedizione alla propria opera era assoluta; ma riconosce anche che prodigava un affetto continuo e devoto. La figura di Marconi appare, quindi, subito contrastata e divisa, e anche la sua formazione e la sua istruzione appaiono diverse da quelle che ci si aspetterebbe.

Gli studi che compie sono infatti frammentari e difficoltosi, anche a causa dei frequenti spostamenti della famiglia, ma questo non impedisce la nascita spontanea del suo interesse per la scienza, le prime sperimentazioni da autodidatta, chiuso nel laboratorio di Villa Griffone, e la vittoria che darà poi inizio al suo successo: la trasmissione di un messaggio al di là delle colline vicino casa. È da quel momento che la vita di Marconi cambia radicalmente. L’Italia non riconosce il valore della sua scoperta ed egli si sposta in Inghilterra, dove la madre, irlandese, aveva dei parenti in grado di aiutare lui e la sua invenzione. Sarà solo l’inizio di una vita che vivrà in gran parte da cittadino del mondo, e nella quale si susseguiranno difficoltà e successi: la vittoria nel tentativo di trasmettere per la prima volta un messaggio al di là dell’Oceano Atlantico, il matrimonio con Beatrice Inchiquin O’Brien, la nascita dei primi tre figli, il divorzio e il successivo matrimonio con Cristina Bezzi-Scali dalla quale avrà un’altra figlia. Aneddoti e particolari arricchiscono la narrazione e, parallelamente alla cronaca degli impegni scientifici, ricompongono, come pezzi di un puzzle, la figura umana di Marconi. Un uomo introverso e non troppo aperto, ma che sapeva e dichiarava senza imbarazzo di avere bisogno degli altri, che riconosceva il lavoro di chi l’aveva preceduto con un’umiltà che spesso meravigliava e con la consapevolezza dell’aiuto che ne aveva potuto trarre. Un uomo che preferiva dire noi, anziché io. Man mano che le vicende del libro vanno avanti si avvertono, poi, anche i cambiamenti di Marconi, quasi una maturazione, una crescita. Le difficoltà, le diffidenze del mondo scientifico, lo spingono ad abbandonare l’ingenuità della gioventù e ad assumere un comportamento difensivo e maggiormente distaccato. L’autrice descrive inoltre con lucidità anche gli aspetti meno nobili del padre. Il divorzio dalla prima moglie causato dalle relazioni che aveva con altre donne, la distanza che a volte prendeva dai figli, l’attitudine alla distrazione che stava quasi per provocare la morte della figlia più piccola avuta da Beatrice, Gioia. Le parole affettuose, ma sempre misurate dell’autrice, tracciano un ritratto dolce, a volte buffo, ma comunque vero e realistico, di uno degli scienziati più importanti che non l’Italia, ma il mondo, ha avuto. Un uomo come tanti, che non credeva nel genio, ma nella semplice volontà, nella costanza, nella passione. Di cui in fondo è l’esempio. Nessuno, né la sua famiglia né gli insegnanti che gli impartivano lezioni, forse nemmeno lui, avrebbe mai immaginato che fosse destinato a dare il via a quella rivoluzione tecnologica che, ancora oggi, a distanza di più di un secolo, va avanti. La possibilità di comunicare con chiunque, in qualunque luogo, in qualsiasi momento; la possibilità di infrangere le barriere naturali dello spazio e del tempo. Il libro Marconi, Mio Padre ha il potere di farci sentire più vicino un grande scienziato spesso mitizzato o più semplicemente liquidato come l'inventore della radio; ha il potere di farcelo conoscere davvero, come, forse, nessun’altra biografia può.


Simona Mincarini
4^C Liceo Linguistico
Istituto Magistrale Statale Guglielmo Marconi, Pescara

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