venerdì, settembre 11, 2009

Qui terra, "parla" Hubble...

Come avrete sicuramente visto già sul sito della NASA e del STScI a Baltimora  e anche spero dagli ultimi post di questo blog, con le immagini e spettri spettacolari riportati, la NASA e l’ESA dichiarano aperta la caccia ai grandi risultati scientifici da venire.
I dati distribuiti al mondo durante la conferenza stampa a Washington giovedì scorso sono il frutto di un programma speciale della NASA detto Early Release Observations (ERO) portato a termine in grande segreto durante i mesi di Luglio e Agosto allo scopo puramente mediatico di far vedere al mondo intero quanto è bravo il telescopio (e ovviamente di riflesso le due agenzie spaziali). Per questo sono stati usati più di cento orbite di tempo per delle immagini che dovevano essere “belle” ma non necessariamente con grande contenuto scientifico. Infatti, molte delle cose distribuite in quell’occasione almeno per noi astronomi erano abbastanza “dejà vu” come dicono i francesi.
Ma questo non significa che ad un occhio attento non potessero sfuggire dei dettagli alquanto significativi. In particolare, l’immagine quì acclusa di una colonna oscura e turbolenta di gas e polvere nella costellazione di Carina ci ha particolarmente interessato. La parte superiore dell’immagine è una foto del pilastro preso in varie bande nella parte visibile dello spettro elettromagnetico e cioè nella banda che i nostri occhi vedrebbero se fossero così sensibili come Hubble. La parte inferiore invece (ed è quì l’aspetto più interessante della vicenda) mostra la stessa colonna presa però nell’infrarosso, una banda a cui i nostri occhi sono insensibili.



Ci si aspettava che si potesse penetrare meglio nella colonna nell’infrarosso perchè la polvere è molto meno opaca in quella banda. Ma non ci aspettavamo proprio che così si potesse praticamente rendere la polvere quasi invisibile (solo uno spettrale alone grigio rimane) come si vede dalla foto.
Perchè è importante questo? Perchè sappiamo ormai bene che tutte le stelle nascono proprio dentro involucri densi di gas e polvere come questa colonna ma non si riusciva fino adesso a vederle a causa della sua opacità. Adesso invece si vedono bene se guardate attentamente la differenza tra le due immagini. Ci sono vari oggetti che non si vedono dentro la colonna nel visibile (sopra) che si vedono benissimo nell’IR (sotto). In particolare, c’è un oggetto interessantissimo che sta sparando un getto di gas luminoso in due direzioni opposte quasi orizzontali nel centro dell’immagine IR. Questo fenomeno ci dice che l’ogetto al centro è proprio una stella nell’atto di nascere!
Dunque le immagini sopra ci dicono che il potenziale pancromatico della nostra WFC3 è eccezionale e che ci permetterà di fare scoperte come questa a man bassa non appena ci metteremo al lavoro. Questo avverrà da oggi con i primi veri programmi scientifici proposti da noi e dall’intera comunità scientifica di cui parlerò in seguito.

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