lunedì, maggio 04, 2009

Disastri climatici, nucleare sicuro e altri miti

Il noto fisico Freeman Dyson ha sorpreso tutti il mese scorso dichiarando al New York Times Magazine che un po’ di anidride carbonica in più – e il riscaldamento globale – possono trasformarsi in qualcosa di buono per il pianeta. Perciò quando abbiamo visto il suo nome tra i partecipanti di un evento dalle nostre parti abbiamo deciso di andare a sentire di persona le sue critiche, dal titolo “Disastri climatici, nucleare sicuro e altri miti”.  Al pranzo organizzato dal Cato Institute, quando la discussione è arrivata ai mutamenti climatici Dyson ha iniziato pomposo, come se tutta la questione fosse stata gonfiata, facendo presente che la prospettiva di un riscaldamento globale è un problema da prendere seriamente. Ma ha anche aggiunto che non è ancora il momento di allarmarsi. Poi ha delineato la sua principale critica: troppa della scienza relativa ai cambiamenti climatici si basa su modelli informatici, ha dichiarato; modelli che sono semplici approssimazioni matematiche del mondo reale. Dopo tutto, una semplice nuvola – piccola in scala, grande negli effetti climatici, il prodotto dell’evaporazione e della condensazione, tutti fenomeni per i quali è difficile creare un’equazione matematica – sfugge ai più sofisticati modelli climatici.  Perciò, i simulatori climatici si rivolgono a quelli che chiamano parametri, o come preferisce chiamarli Dyson, a “falsi fattori”. Si tratta di approssimazioni, quali la nuvolosità media di un particolare luogo, che vengono poi applicati a livello globale. Con l’aiuto di 100 di questi parametri, i modelli possono così corrispondere da vicino all’attuale clima del mondo, dice Dyson. Questi modelli poi, come quello sviluppato a Princeton, dove Dyson è professore emerito, sono “utili per comprendere il clima ma non per poterlo prevedere”.
È però una tentazione troppo forte per gli scienziati che lavorano al problema. “Se vivi con i modelli per 10-20 anni, cominci a credere che siano veri,” ha detto Dyson, come testimonia l’implosione dei mercati finanziari dopo l’eccessiva fiducia nei modelli quantitativi. Dyson ha caratterizzato questa fiducia eccessiva come una malattia che infetta tutto, dalla fisica alla biologia: “Un modello è un giocattolo così affascinante che ci si innamora della propria creazione.” Infine, “ogni modello deve essere paragonato al mondo reale e, se non si può fare, allora non si deve credere al modello.” E sottolinea che il mondo reale ha già attraversato importanti cambiamenti climatici in passato, come testimonia un Sahara lussereggiante migliaia di anni fa, o le foreste che un tempo ricoprivano la Groenlandia. Naturalmente, i modelli sono stati testati con il mondo reale (sia quello attuale he quello di miliardi di anni fa) e molte delle altre obiezioni di Dyson sono state confutate altrove. Inoltre Dyson non ha considerato l’impatto già osservato nel mondo reale: lo scioglimento dei ghiacci, l’aumento del livello del mare, l’acidificazione degli oceani, ecc. La sua preoccupazione principale sembra la paura che i mutamenti climatici distolgano l’attenzione da problemi più importanti quali la povertà e le malattie infettive. Molti potrebbero fargli notare che la povertà (l’inondazione del Bangladesh) e le malattie infettive (miglioramento delle condizioni di trasmissione) sono anch’essi problemi esarcebati dai mutamenti climatici. Ma lo scopo di Dyson sembra quello di liberarsi di idee “eretiche” che possano poi stimolare un ulteriore dibattito. Come persino lui ammetterebbe, le sue eresie sono un po’ più motivate nel mondo reale quando parla di armi nucleari. Prima di discutere i mutamenti climatici, ha detto ad una sala gremita di persone che probabilmente avrebbero voluto mettere l’ex Presidente Ronald Reagan sul Monte Rushmore che nel 1986 il Grande Comunicatore ha sprecato una vera occasione di liberare il mondo dalle armi nucleari perché troppo legato al programma di difesa missilistica "Star Wars". "So molto di armi nucleari e nulla di mutamenti climatici,” ha detto. “Mi piace esprimere opinioni eretiche,” ha proseguito, con un barlume birichino negli occhi. “Potrebbero anche rivelarsi vere.”

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