giovedì, febbraio 19, 2009

La terra morirà tra 50.000 di anni

Da quando negli anni 60, le osservazioni astronomiche sembrarono confermare la teoria del Big Bang, l'idea di un universo in continua espansione ha acquisito, dentro la cultura contemporanea, una straordinaria popolarità e molti scienziati hanno sviluppato rispetto a tale idea una specie di vincolo emozionale, perché l'espansione eterna dell'universo implicava l'idea di un cosmo dinamico, pieno di vita, irradiante.

Un universo espansivo esporrebbe sempre nuove sfide all'immaginazione scientifica. Con un tale tipo di cosmo, l'intelligenza potrebbe intraprendere un viaggio infinito e si sa già che la ragione moderna non è padrona tanto quanto il viaggio, la strada, l'investigazione che non termina mai. Come disse nel 1979 il celebre fisico Freeman Dyson, "il mondo della fisica e dell'astronomia è inesauribile: indipendentemente di quanto ci addentreremo nel futuro, ci saranno sempre nuove informazioni e ci saranno nuovi mondi da esplorare".

Tuttavia da alcuni anni gli scienziati sono diventati molto più pessimisti a causa dell'espansione dell'universo che si sta velocizando per una misteriosa forza repulsiva che sembra risiedere, come una proprietà intrinseca, nel proprio spazio.
E l'esistenza di questa specie di antigravità non è una buona notizia, infatti a lungo termine, spingerà le galassie ad allontanarsi dalle altre e invece di apparire nuovi mondi, corpi siderali che sono stati sempre lì a disposizione dei nostri telescopi, continueranno a sparire dall'orizzonte per perdersi nelle lontananze abissali dello spazio esterno.
In conseguenza, la conoscenza cosmologica si frammenterà irremisiblemente e gli scienziati del futuro saranno condannati a potere studiare solo alcuni pezzi di puzzle dell'universo.
Tale visione del futuro non risulta niente lusinghiera per la specie umana. In sintesi: a lungo termine, non c'è futuro per noi. Le parole dell'astrofisico statunitense Lawrence Krauss, "un universo che si sbriga e si espande indefinitamente è la peggiore possibilità per la vita, la civiltà e la cultura: tutto è destinato a cadere nella dimenticanza. Come l'energia cosmica totale è finita, anche la vita lo è."
Cosicché, apparentemente, la meditazione sul futuro dell'universo ci avvicina alla disperazione e alla malinconia. Oggi ancora attraversiamo l'estate dell'età del cosmo, ma il grigio autunno ed il gelido inverno arriveranno irrimediabilmente.
Per approfondire:

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