lunedì, gennaio 05, 2009

Diritto alla vita, diritto alla morte

Luca Cavalli Sforza, si è espresso favorevole a un referendum sul testamento biologico. "Bisognerebbe chiedere ai cittadini se il testamento biologico e' ammissibile". Secondo lo scienziato italiano se la chiesa e lo stato pensano di offrire qualche suggerimento per impedire l’interruzione delle cure lo devono fare, ma se non c’è niente che si può fare, bisogna rispettare le scelte del malato. In quel limbo che è il coma nessuno sa veramente cosa succede, sarebbe il caso di far scegliere al diretto interessato cosa è meglio, quindi un referendum è l’unica vera soluzione.

Anche essendo “contro” il suicidio e giudicandolo “una cosa terribile” il genetista si pone anche una domanda: “Ma cosa ci dà il diritto di vietare ad un altro di togliersi la vita, al punto di considerare il suicidio un reato?”

Perché una persona nel pieno delle proprie facoltà mentali non dovrebbe poter scegliere se vivere e morire senza affidare la sua vita alla natura o al caso?

Il discorso non si ferma solo al diritto di morire, ma va oltre, tocca anche l’aborto profilattico. Un discorso di coscienza è quello di prevenire eventuali gravi malattie genetiche che possono far soffrire per una vita intera non solo l’interessato ma anche tutta la sua famiglia. “Il grande teologo San Tommaso d'Aquino non avrebbe avuto problemi con l'aborto profilattico, perché diceva che l'anima entra nel corpo solo quando il feto ha assunto forma pienamente umana.”
La chiesa non la pensa così, “questo attaccamento della Chiesa alla vita, anche quando non sia che un barlume cui solo le macchine impediscono di spegnersi, perché in fondo la Chiesa promette al fedele un futuro ben più luminoso di questa vita. Ma Chiesa o Stato che sia, chi può pronunciarsi o legiferare su ciò che non conosce? E chi fra i vivi può sindacare sulla morte? “

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