Concordo con molte cose dette da Luca nella recensione precedente, anch'io ad esempio ho apprezzato la scrittura spontanea e comprensibile, ma che non ha mai perso ricchezza in descrizioni e concetti, e la contestualizzazione storica e sociale (particolarmente utile per noi italiani che spesso a scuola impariamo anche le ricette dei condimenti degli antichi romani ma non sappiamo bene se la seconda guerra mondiale l'abbiamo vinta o persa... di quel che è successo dopo poi non se ne parla neanche...).
Ora mi collego anch'io alla storica frase di Armstrong, in particolare alla parola "Umanità", che voglio intendere ora come l'insieme dei sentimenti, buoni e cattivi, delle doti e dei vizi che ci fanno essere uomini e donne; perché dal libro si capisce come in questa meravigliosa storia del nostro incontro con la Luna il lato "umano" sia stato altrettanto importante di quello scientifico. Umanità fatta di cose brutte e di cose belle: umana era la rivalità tra superpotenze, umana la necessità di dare un sogno alle masse per creare consenso e distogliere dalla guerra, umane le aspirazioni e la determinazione di tanti scienziati, umano il coraggio, umana l'incoscienza di rischiare anche quando le probabilità di riuscita sono poche, umana la paura, umana la capacità di inventare un rimedio improvvisato per salvare i propri compagni, umano lo stupore di vedere il proprio pianeta come una piccola pallina blu, umani i caratteri diversi dei componenti degli equipaggi, umana la goliardia di tirar fuori una pallina da golf...
Si merita una citazione a parte l'umanità di Buzz Aldrin, che non fa foto ad Armstrong perché è geloso di non essere stato il primo... un uomo adulto, ingegnere, militare addestrato, importante... ma davanti alla Luna è come un bimbo piccolo, questa cosa mi ha fatto una tenerezza incredibile...
Per riassumere: l'intera "storia" del progetto è raccontata bene, le descrizioni tecniche sono precise ma facilmente fruibili, i particolari sulle vite ed i sentimenti delle persone che hanno partecipato negli anni, che non scadono mai nel pettegolezzo, sono una ricchezza in più. Inoltre Guidoni inserisce il proprio punto di vista in modo elegante e a volte ironico, dando una caraterizzazione personale ma senza cercare di imporre un pensiero.
Alla fine una nota personale: mi ha ricordato cose che sapevo, mi ha fatto conoscere cose che non sapevo... e poi... io di sogni ne faccio già tanti di mio... però tutto questo parlare di luna, astri, futura vita nello spazio... ho sognato ancora di più...
...insomma mi è piaciuto... si capisce?
Leggere il libro di Guidoni risveglia, in chi li ha vissuti di persona, ricordi di grande potenza emotiva.
L’avventura dell’uomo sulla luna è stata un’ esperienza ai limiti della fantascienza per chi l’ha vissuta, come noi ragazzini di allora, passando ore davanti alla tv aspettando informazioni dai notiziari giornalieri. A più di quarant’anni da allora, sembra che poco sia rimasto di quell’entusiasmo e forse, quasi niente della partecipazione globale al susseguirsi costante delle conquiste spaziali di allora.
E’ però altrettanto vero che le conoscenze scientifiche della gente comune non erano all’epoca quelle di oggi e neppure i mezzi di informazione all’altezza di un simile evento, le sfocate immagini in bianco e nero degli astronauti saltellanti sulla superficie lunare, hanno quasi qualcosa di comico viste oggi.
Il libro di Guidoni ha quindi due meriti. Il primo è quello di riportare all’attenzione di chi non le ha mai vissute o le ha ormai dimenticate emozioni legate ad una esperienza irripetibile: nessuna futura conquista spaziale avrà la potenza dirompente di quei pochi passi sulla luna.
Il secondo è quello, di dare delle informazioni precise e dettagliate, ma al contempo chiare anche per i “non addetti ai lavori”. I dati tecnici non sono mai pesanti e quindi non distolgono il lettore perché ben inserite nel contesto della narrazione. L’aspetto più coinvolgente del libro è però, a mio parere la contestualizzazione storica; la cronaca degli eventi inserita nel momento che l’ha resa possibile e cioè l’epoca della sfida titanica dei due giganti mondiali USA e URSS .
Ultimo merito di Guidoni, ma non meno importante, è quello di aver scritto un libro di facile lettura. L’uso di un linguaggio semplice , avere una certa dose di sense of humor , la presenza di numerosi aneddoti divertenti rendono piacevolmente scorrevole la lettura del testo.
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