lunedì, gennaio 24, 2011

Recensione di "Marconi, mio padre".

Sono stata catturata da un libro che è un generoso omaggio di una figlia amorevole a suo padre, Guglielmo Marconi. In “Marconi mio padre” (Di Renzo Editore) Degna Marconi Paresce ci permette di addentrarci in un capitolo della sua saga familiare, e ci introduce alla scienza che sta dietro le invenzioni di suo padre, alla sua passione, alla sua caparbietà, al suo genio. Marconi è cresciuto a Bologna, sua madre al centro del suo universo. Senza un’istruzione formale, dotato e brillante, a Guglielmo fu permesso di crescere seguendo i propri ritmi. Ispirato da un libro su Benjamin Franklin, la sua immaginazione si infiammò, ed iniziò così a fare esperimenti con l'elettricità e la trasmissione di segnali su lunghe distanze. Più tardi, da giovane adulto in Gran Bretagna, Marconi , insieme ad un piccolo gruppo di uomini e scienziati dedicati e appassionati, fece delle sue idee una realtà di lavoro. Il resto è storia, e noi tutti ne siamo beneficiari.

Mentre la maggior parte di noi non è ancora in grado di capire come viaggiano i segnali, le idee e le invenzioni di Guglielmo Marconi sono diventate una realtà che ci ha trasformato la vita. La mia famiglia è disseminata in tutta Italia, ed ho diversi parenti sparsi in Canada e in Australia : mi inchino perciò al genio di Marconi, che con Il suo lavoro ci ha reso possibile di restare in contatto, rendendo le distanze più sopportabili. Questo libro è più interessante di qualsiasi fiction, e Degna Marconi scrive con un’ abilità letteraria eccezionale. Siamo più vicini alla comprensione dell’uomo Marconi quando leggiamo le sue parole “… il genio non esiste. Il genio, se proprio vuoi chiamarlo così, è soltanto la capacità dell’applicazione continua al proprio lavoro. Nient’altro.”

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