giovedì, dicembre 09, 2010

Guardo le stelle pensando a nonno Marconi

«La cosa più importante che mi ha lasciato mio nonno è il pensiero». Per Francesco Paresce, astrofisico di fama mondiale, il nonno Guglielmo Marconi è come una stella lontana e sconosciuta che riesce però a guidare anche il più avventuroso dei viandanti. Non si sono mai conosciuti, Marconi è morto tre anni prima della nascita del nipote.

Ma la passione per la scienza ha fatto incontrare l’inventore della radio e l’«uomo delle stelle». Paresce è infatti uno studioso molto noto nel campo dell’astronomia: ha lavorato per diverse missioni spaziali della NASA, ha ricoperto incarichi prestigiosi anche per l’Agenzia Spaziale Europea e oggi collabora con L’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna. Nato a Londra, ha trascorso parte dell’adolescenza negli Stati Uniti per poi frequentare l’università in Italia: «Per ironia della sorte, la facoltà di Fisica della Sapienza di Roma dove ho studiato è intitolata a mio nonno». Ma anche Bologna occupa una parte speciale della sua vita: «Da ragazzino ci venivo ogni estate. Ho frequentato spesso Villa Griffone (sede del museo e del mausoleo marconiano ndr) ma cosa più importante da cinque anni vivo a Osteria Grande, a pochi chilometri da Bologna».

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