Ricercatori del Lincoln Park Zoo e dell'Università dell'Illinois con il sostegno e la collaborazione del Jane Goodall Institute, stanno monitorando la salute degli scimpanzé compresa l'analisi dopo la morte per capire le cause del decesso. Questo perché gli scimpanzé possono contrarre una forma del virus HIV molto simile a quello umano. Il SIV, così è stato chiamato il virus (simian immunodeficiency retrovirus) è specifico di alcune scimmie africane, che però sono portatrici sane mentre altre specie come i macachi, se vengono infettate dal virus sviluppano una malattia molto simile all'AIDS.
Gli scimpanzé sono molto simili geneticamente all'essere umano e che la possibilità di incontrare una malattia molto simile all'AIDS è molto credibile. Durante gli studi è stato preso come "campione" il Gombe National Park fondato dalla primatologa Jane Goodall.
Purtoppo si è riscontrato che la mortalità degli animali che hanno contratto il virus SIV è di 10-16 volte più elevata dai scimpanzé sani e che le femmine infette siano meno prolifiche e la loro sopravvivenza inferiore. Altro dato che accomuna l'HIV e il SIV è la netta diminuzione delle cellule CD4+ responsabili di organizzare la risposta immunitaria. Divenendo oggetto dell'attacco da parte del virus che può infettare tutte quelle cellule che hanno il recettore CD4 in superficie provocando l'immunodeficienza tipica dell'AIDS.
La prossima azione sarà quella di capire se il problema è specifico della zona di Gombe o se il rischio di diffusione in altre regioni è possibile. Se questo fosse vero, ci sarebbero forti conseguenze sulla conservazione della specie degli scimpanzé.
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