lunedì, agosto 10, 2009

Non esiste un solo pianeta abitato

Intervenuta presso la città di Sezze che le ha concesso la cittadinanza onoraria, Margherita Hack ha risposto alle tantissime domande che le hanno posto i suoi nuovi "concittadini". Alla prima domanda la famosa astrofisica ha risposto con molta sicurezza e decisione:
"Non esiste un solo pianeta abitato, per il momento mancano solo gli strumenti per dimostrarlo. Esistono centinaia o migliaia di pianeti e costellazioni; sicuramente noi terrestri non rappresentiamo l’unica civiltà presente nell’universo soltanto che è difficilissimo entrare in contatto con loro a causa delle attuali conoscenze tecnologiche".
L'argomento si sposta poi su un'argomento più delicato e forse più complesso della scienza stessa. La domanda Scienza e fede, possono viaggiare insieme?
"Scienza e fede viaggiano su due binari paralleli, credere in Dio, per me, è come credere alla Befana quando si è fanciulli, serve solo ad esorcizzare le paure per le cose che non si conoscono". E proprio di quando la professoressa era fanciulla si parla. I suoi ricordi affiorano in superfice, ripercorre tutta la sua carriera stellare fino a quando si è laureata in astronomia e del suo amore per le stelle che è sbocciato per caso, dato che la sua tesi di laurea versava proprio sull'astronomia.
Alla domanda se è vero che nel 2012 il mondo terminerà la sua vita, la professoressa risponde:
"La fine del mondo prevista nel 2012 è una balla, è legata alla scaramanzia. Un pericolo più concreto è legato al pianeta Roide Apophis che potrebbe urtare il pianeta terra con effetti equivalenti alla scoppio in contemporanea di alcune bombe atomiche. Un po’ quello che accadde quando scomparirono i dinosauri. Solo che da qui al 2036 si potrebbe intervenire per modificare la traiettoria del pianeta in questione o con delle trivellazioni tali da provocare fuoriuscita di gas oppure facendolo affiancare da una sonda capace di attirarlo a sé deviandolo".
"Apophis": un oggetto lungo 390 metri che orbita intorno al sole e che per tenere fede al suo nome, quello del Dio egizio della distruzione, tra una trentina d'anni potrebbe cadere sulla Terra. Le probabilita che il 13 aprile 2036 Apophis piombi sul nostro pianeta sono al momento una su tremila.
L'urto potrebbe distruggere un Paese come l'Italia, eliminando ogni forma di vita e alzando tonnellate di polveri nell'atmosfera che provocherebbero scompensi sul clima. Se invece Apophis finisse in mare causerebbe uno tsunami con onde alte un centinaio di metri e una forza distruttiva ben pill superiore a quello che devastò le coste dell'Asia.

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