venerdì, luglio 31, 2009

La nota primatologa parla degli scimpanzè e di come salvare il pianeta.

Patt Morrison Asks del Los Angels Times ha intervistato la famosa primatologa Jane Goodall che ha ribadito per l'ennesima volta come si può salvare il mondo. L'intervista l'abbiamo tradotta sempre per i nostri lettori e siamo convinti che quello che è stato scritto su Cambiare il mondo in una notte, è sicuramente l'unico pensiero che la Goodall si porta dietro da ormai tantissimi anni. Con il minimo sforzo, con l'impegno di tutti si può e si deve cambiare il mondo...anche in una sola notte.
Gli scimpanzè e gli esseri umani hanno il 95% del DNA in comune. Se l’affinità e la consapevolezza contano qualcosa, Jane Goodall ne ha un pizzico in più. Nel suo ruolo di primatologa più famosa del mondo, il suo lavoro ha cambiato ciò che pensiamo dei nostri fratelli primati: creature che pensano, che hanno delle emozioni, che fabbricano strumenti, capaci di essere pacifisti e guerrafondai.
In origine facente parte delle “signore di Leakey”, consacrata cioè dal paleoantropologo Louis B. Leakey, Jane Goodall torna due volte l’anno dai suoi scimpanzè di Gombe, in Tanzania. In un mondo fatto di celebrità momentanea, lei è rimasta famosa ed influente. E nonostante sia affetta dalla cosidetta “prosopoagnosia”, che le rende difficile riconoscere i volti, lei è al contrario immediatamente riconoscibile, la lunga, bianca coda di cavallo ingrigita dai suoi 75 anni.
Di recente, dopo l’incontro con il sindaco Antonio Villaraigosa e la sua compagna, Lu Parker, in South Africa, la Parker ha dichiarato: "Ho incontrato Jane Goodall. Dice che la sua non è una battaglia per i diritti degli animali, ma per la responsabilità umana. Per me è stata un’illuminazione. " A settembre uscirà il nuovo libro di Jane Goodall, "Hope for Animals and Their World".
Sono passati quasi 50 anni da quando Jane e sua madre sono sbarcate in Africa – le autorità britanniche infatti non avevano consentito a una ragazza così giovane di viaggiare da sola – per vagare nelle valli boschive chiedendosi come poter trovare uno scimpanzè da studiare. Questa, come si è poi scoperto, è stata la parte più facile.
Gli scimpanzè le hanno insegnato a pensare alle persone in maniera diversa?
Imparare a conoscere gli scimpanzè mi ha aiutato a visualizzare meglio i milioni di anni di evoluzione umana e in certa misura a comprendere il perchè ci comportiamo in questo modo. E considerando che sono così simili a noi in molti modi, qual è la differenza principale? Abbiamo sviluppato il linguaggio parlato che ci consente di insegnare, e di pianificare un futuro lontano.
Perchè gli esseri umani resistono così tanto all’idea di una loro parentela con gli animali, persino con i primati?
Era quello che facevano certe persone, un po’ “animalesche”, quando ho inziato. Pensavano che gli esseri umani sono di tipo e grado totalmente differente e separato rispetto agli animali. Io non l’ho mai pensata così. E ho decisamente assistito al mutamento. Ma c’è un’enorme resistenza all’idea che gli animali hanno emozioni, sentimenti, da parte di chiunque sia coinvolto nella ricerca invasiva – chi mette gli animali in gabbia e fa esperimenti su di loro, oppure chi lavora nell’industria della carne. È molto più facile essere cattivi verso queste creature se si pensa che non hanno sentimenti propri. Sono ancora usate per gli spettacoli o come animali da compagnia – basta guardare Michael Jackson e Bubbles. L’uso degli scimpanzè nell’intrattenimento significa che il cucciolo è stato sottratto alla madre, e che non avrà mai una vita normale. Quando crescono, vanno a finire alla ricerca medica, o in qualche zoo pidocchioso nei paesi sviluppati. Purtroppo c’è ancora chi li trova carini e non sa assolutamente nulla, zero, sulla loro vita allo stato selvaggio.
È questo il motivo dei suoi consigli agli zoo, su come migliorare l’habitat degli scimpanzè?
Alcuni tipi di cattività andrebbero aboliti. Ma laddove ci sono scimpanzè in cattività, dovremmo fare del nostro meglio per loro. Potrei dire: “Gli zoo sono una brutta cosa, non me potrebbere fregare di meno di quello che possiamo fare per questi scimpanzè perchè non dovrebbero stare in uno zoo.” Ma non sarebbe di grande aiuto per gli scimpanzè che si trovano negli zoo.
Con il programma Roots and Shoots lei ha esteso il suo lavoro oltre scimpanzè, al loro habitat, e dunque alla salute del pianeta. Perché?
Viaggiavo intorno al mondo per parlare delle questioni che riguardano gli scimpanzè e di come tutto sia collegato, di come dobbiamo preoccuparci delle foreste perchè sequestrano carbonio che contribuisce al cambiamento climatico, ecc., ecc. Non ha senso – che ci impegnamo per tutta la vita a salvare un animale o il suo habitat - se allo stesso tempo non aiutiamo le nuove generazioni a diventare amministratori migliori di quanto lo siamo stati noi. Perciò Roots and Shoots riguarda tutti i progetti che rendono il mondo migliore: per le persone, per gli animali e per l’ambiente. Ormai ha raggiunto 110 paesi con oltre 10.000 gruppi coinvolti.
Allora, cosa possono fare gli esseri umani?
Dico sempre: "Se perdessimo appena un pò più di tempo a conoscere le conseguenze delle scelte che facciamo ogni giorno, cosa compriamo, cosa mangiamo, cosa indossiamo, come interagiamo con le persone e con gli animali – e iniziare a fare scelte più consapevoli, sarebbe più un bene che un male.”
È più ottimista dopo 50 anni di lavoro rispetto a quando ha cominciato?
Quando ho cominciato non c’era bisogno di preoccuparsi. Tutte le cose terribili a livello ambientale sono iniziate solo dopo la seconda guerra mondiale. Ora le cose stanno davvero male. Penso che siamo vicini al punto di non ritorno, ma ancora non ci siamo arrivati. Il tema centrale del mio nuovo libro è proprio questo, che è possibile capovolgere la situazione se c’è la volontà politica.
Si dice che il suo amore per gli scimpanzè sia iniziato con i racconti di Tarzan e con un peluche di nome Jubilee?
È tutto vero. Amo gli animali da quando ho iniziato a gattonare. Avevo Jubilee, che non era proprio un giocattolo adatto a un bambino. In effetti gli amici di mia madre le dicevano che avrei avuto degli incubi. Ma non era brutto, solo che sembrava un vero scimpanzè. E poi mi piaceva il "Dottor Dolittle" che sapeva parlare con gli animali. Era quello che volevo fare più di ogni cosa al mondo.
Ha eseguito l’urlo dello scimpanzè in tutto il mondo. Qual è la persona più improbabile che ha persuaso ad unirsi a lei in questo richiamo?
L’ho fatto di fronte a presidenti e regine, ma non so se si siano uniti a me. Sono troppo imbarazzati, troppo impacciati.
Nella cultura popolare, qual è la descrizione di se stessa che preferisce?
Oh, un cartone di Gary Larson con due scimpanzè che fanno il grooming. La femmina trova un capello sul maschio e gli dice: “Un’altro capello biondo. Ha di nuovo fatto “ricerche” con quella Jane Goodall? "

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