«Le teorie finanziarie, quelle insegnate nelle business schools, sono fondamentalmente sbagliate». Non è un docente di economia a sentenziare queste semplici e terrificanti parole, ma il padre dei frattali Benoit Mandelbrot.
Adesso che l’economia sta rialzando stancamente la testa, alcuni si domandano se il matematico avesse ragione. La crisi economica non ha una causa precisa però forse la più grave è stata quella di tante contrattazioni segrete che non rispettavano le regole e si è perso poi il controllo. Il matematico ha studiato l’economia cinquanta anni fa e contesta la statistica finanziaria convenzionale e le teorie classiche proponendone una tutta sua basata su due caratteristiche del mercato reale: la discontinuità dei mercati e il cosiddetto “clustering”. Il primo punto chiarisce che l’oscillazione dei mercati può variare da un valore iniziale ad un altro successivo molto diverso e non come suggeriva Bachelier che pensava di progredire a piccoli passi. Il secondo punto si osserva la storia di un prezzo, si notano variazioni minime per lunghi periodi e oscillazioni violente e soprattutto improvvise, proprio come nel periodo appena passato.
Ma cosa c’entra l’economia con la scienza? Secondo Mandelbrot, i mercati vengono studiati in delle fasi temporali che si deformano come dei frattali e proprio secondo il matematico, un investitore risponde diversamente ogni giorno “oggi non è successo niente” e il giorno dopo “non ho avuto il tempo di pensare”. Lui queste due differenze le ha riportate in un modello matematico e gli ha permesso di studiare anche i minimi cambiamenti e passare all’analisi di mercati relativamente stabili ad altri estremamente volatili.
Per approfondire:
Nel mondo dei frattali - Benoit Mandelbrot
Verso un' economia globale - Dominick Salvatore
Economia di pace, economia di guerra - Clive W. J. Granger
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