La scienza ha prodotto moltissima conoscenza e questa conoscenza non è stata mai applicata e non è stata rispettata dall'opinione pubblica nel suo giusto lavoro, da una parte non abbiamo avuto lo sviluppo italiano che avremmo potuto avere.
Per esempio la radio se pensiamo a Marconi o alla pila se pensiamo a Volta o alla dinamo se pensiamo a Pacinotti, o tante altre cose che abbiamo inventato e passata la parte creativa abbiamo abbandonato.
In più la scienza in Italia non gode di quella reputazione e di quel rispetto che gode in altri paesi.
L'Italia non cura molto la ricerca scientifica, significa che abbiamo pochi mezzi per tenere in Italia le persone più vivaci quelle che hanno voglia di affermarsi.
Quelle che vanno via dall'Italia sono gli scienziati imprenditori, quelli che hanno costruito la fortuna dell'elettronica e delle tecnologie americane, forse se l'industria italiana avesse curato la presenza nei propri laboratori di scienziati noi avremmo avuto meno fughe.
Ho cercato di fare un po’ una storia di quello che è stato lo sviluppo della ricerca in Italia e quindi degli scienziati e anche delle occasioni perdute.
Io faccio il chimico, mi ricordo da bambino si parlava della Montecatini che poi diventò Montedison, aveva avuto un premio nobel attraverso il professor Natta che collaborava con la Montedison, aveva avuto una leadership nel propilene, adesso non è più italiana, ecco queste sono cose che lasciano un po’ l'amaro in bocca.
Per ascoltare l'intervista cliccare qui (formato Mp3)
La scienza tradita - Di Renzo Editore
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