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giovedì, ottobre 16, 2008

Arecchi, uno scienziato che la prende con filosfia

‘Mi è stato chiesto di raccontare la mia vita professionale e confesso di essere rimasto alquanto perplesso’. E’ l’inizio di “Coerenza Complessità Creatività”, il volumetto edito da Di Renzo Editore in cui il fisico Fortunato Tito Arecchi si racconta.


Parlando di sé attraverso spaccati di vita alternati a grafici e note scientifiche, Arecchi sottolinea come, nonostante il gap esistente fra scienze della natura e scienze umane, tutte le ricerche siano guidate da logiche procedurali simili fra loro. Per motivare la sua convinzione, il fisico ricorre all’analisi dei metodi utilizzati dai personaggi della narrativa criminale, individuando analogie tra questi e la ricerca scientifica.




Un modo interessante per accorciare le distanze fra il linguaggio comune e quello scientifico. Nato a Reggio Emilia, Arecchi si trasferisce ancora bambino a Messina, dove resta fino ai primi anni dell’università, per spostarsi successivamente, con la famiglia, a Pavia.


È il 1953 quando inizia a frequentare il Politecnico di Milano. Fin dal liceo Arecchi ha un grande amore per la filosofia, che accresce il suo impegno in fisica, trasformandola in un’esplorazione della frontiera fra epistemologia e ontologia. Eppure, racconta, dopo il biennio di fisica, decide di iscriversi a ingegneria, indotto dalla convinzione che un ingegnere trovasse più facilmente un impiego. Ma alla fine, il suo iniziale interesse trionfa e, dal 1960 al 1962, lo troviamo all’università di Stanford, dove si specializza in fisica quantistica e in ottica dei laser. Ed è in questo settore che Arecchi dà il suo maggior contributo scientifico scoprendo i fenomeni di ordine e disordine nei laser e descrivendoli mediante la statistica dei fotoni.


mercoledì, febbraio 06, 2008

Coerenza, Complessità, Creatività


Coerenza, Complessità, Creatività; F. Tito Arecchi

Di Renzo Editore

La scienza moderna estrae dettagli misurabili con misurazioni ripetibili che non lasciano adito a incertezze, ma questa collezione di misure non dà la “costruzione logica del mondo”. L’uomo è infatti un animale semiotico e cerca nell’esperienza dei significati globali, non del tutto ripetibili, ma dipendenti dal contesto, dalle condizioni ambientali di luce e suoni o dal nostro umore, aggiungendo, con operazioni di feedback, delle variabili ulteriori pescate dal proprio bagaglio di memorie. Con il resoconto della sua vita scientifica, Arecchi tende a mostrare come dalla fisica della coerenza e complessità si finisca con il formulare una fisica della cognizione, con un recupero dei significati globali al di là dei dettagli misurati dagli strumenti.

Fortunato Tito Arecchi è Professore ordinario di Fisica all’Università di Firenze. È stato inoltre Presidente dell’Istituto Nazionale di Ottica dal 1975 al 2000. I suoi maggiori contributi riguardano la scoperta dei fenomeni di ordine e caos nei laser e la loro descrizione mediante la statistica dei fotoni, di cui diede la prima evidenza nel 1965. Ha esplorato la complessità spazio-temporale di sistemi ottici e il controllo e la sincronizzazione di sistemi caotici, con applicazioni alle reti di neuroni. È Fellow della Optical Society of America e membro della Academie Internationale de Philosophie des Sciences, della Academia Europaea e del Comitato Scientifico per la Fisica dell’Istituto Solvay. Ha ricevuto numerosi premi internazionali.