giovedì, giugno 30, 2011

Immondizia Spaziale

L'equipaggio della Stazione spaziale internazionale - sei astronauti- è stata costretta ad abbandonare le proprie postazioni e riparare nelle capsule Soyuz agganciate alla struttura per l'avvicinamento di immondizia spaziale.

Si tratta di detriti creati dall'uomo e non più utili, come frammenti di satelliti o scaglie di polvere o vernici. "I rifiuti", ha fatto sapere una fonte anonima dell'industria spaziale russa, citata da Interfax, "sono stati individuati troppo tardi per poter effettuare una manovra ed evitarli".
Umberto Guidoni ha rilasciato un'intervista a Radio Capital.
"Lo scenario esiste da quando abbiamo cominciato a mandare oggetti nello spazio, dallo Sputnik in poi, ormai siamo a migliaia di oggetti in orbita, tra satelliti di osservazione, militari e per comunicazioni. L'origine nasce dal fatto che quando un satellite ha terminato la sua vita operativa, praticamente è un pezzo di ferro e il passaggio dal giorno alla notte è uno stress termico che alla fine rende più friabile il metallo e quindi facilita a creare quei pezzettini che si staccano e che poi possono diventare dei proiettili molto pericolosi.

Non bisogna dimenticare che tutto quello che è in orbita viaggia ad una velocità di qualche kilometro al secondo. La stazione spaziale è protetta da uno scudo antimeteorite che però serve per bloccare cose dell'ordine di qualche centimetro, per cose più grandi c'è il problema dell'impatto. Quindi in questo caso si può provare ad evitarlo se possibile. Tipicamente in questi casi gli astronauti si rifugiano all'interno delle Soyuz e in caso di emergenza decidono di abbandonare il veicolo. C'è bisogno di un accordo internazionale, perché i satelliti li mettono in orbita tutti, compresi i privati, quindi c'è bisogno di raggiungere un obiettivo comune, come lasciargli dell'energia di riserva che gli permetta una volta finito il suo lavoro di spostarlo su un'orbita di parcheggio."


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