martedì, novembre 02, 2010

Il mistero della scienza

Le sue scoperte diedero un contributo fondamentale allo sviluppo della fisica moderna, ma le sue visioni sul mondo dell'antimateria erano addirittura troppo avanzate per il suo tempo. Forse per questo Majorana scomparve improvvisamente, era la primavera del 1938. La sua è una delle più emozionanti storie del '900 e non è ancora stata scritta la parola fine.

"Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi."
Sono queste le ultime parole scritte da Ettore Majorana prima di salire a bordo del traghetto che da Napoli era diretto a Palermo. La notte e il mare sono il teatro che uno dei più grandi fisici italiani sceglie per la propria scomparsa. Scomparsa che però conserva dei dubbi. Scomparsa che non avverrà quella notte e non su quella nave. Ettore Majorana scomparirà una sera di Marzo in circostanze incomprensibili. Ettore Majorana nasce a Catania nel 1906 e vive la sua infanzia in una famiglia di scienziati. Bambino prodigio che sbalordisce amici e famigliari con calcoli complessi, ed è un piccolo campione di scacchi. A soli 17 anni si iscrive alla facoltà di Ingegneria di Roma dove viene subito notato per la sua genialità. L'incontro con Enrico Fermi leader dei ragazzi di via panisperna è la collisione di due mondi diversi, se Fermi è l'immagine della solidità e dell'entusiasmo, Majorana è il suo esatto opposto, ombroso, schivo e contraddittorio.

Il suo genio matematico è indiscutibile, le sue intuizioni che scrive su pacchetti vuoti di sigarette finiscono puntualmente nei cestini dell'università con la disperazione di Fermi e colleghi che lo incitano a pubblicare invece i risultati. Dei pensieri di Majorana solamente una piccola parte verrà pubblicata, il resto sono intuizioni, visioni che non vorrà condividere con nessuno all'interno del mondo scientifico, un mondo che non sente suo. Tutto sembra ruotare in un mondo fantastico dove Ettore Majorana è il fulcro.

E' il 1933 Ettore Majorana si reca a Lipsia in una delle più prestigiose scuole di matematica della Germania nazista, dove incontrerà Heisenberg. Scrive alla famiglia entusiasta della nuova esperienza e che bisogna ricredersi su gran parte dei tedeschi. E' tenuto in grande considerazione da tutti gli scienziati tedeschi, ma quando torna a Roma è ancora più cupo e chiuso. Si rinchiude nel silenzio e comincia a studiare senza freni, disertando anche la sede di via panisperna. Di questi anni di studio intenso non esiste praticamente traccia, neanche una pubblicazione. Nel 1937 Fermi lo spinge a partecipare al concorso per la cattedra di fisica teorica di Napoli anche per spronarlo a contribuire alla ricerca. Dopo forti resistenze, Majorana decide di partecipare e vince la cattedra della facoltà di fisica.

Trasferitosi a Napoli, Majorana comincia a far giungere meno notizie alla famiglia fino a quando sparirà. Nel suo alloggio a Napoli chiede anche informazioni alla chiesa del nuovo Gesù come poter partecipare ad esperienze di ritiro religioso, ma l'ultima cosa che Majorana fa a Napoli è consegnare un plico contenente appunti ad una giovane allieva di nome Gilda Senatore il 25 marzo. Questi appunti non si troveranno mai.
Prima di salire sul postale che lo avrebbe riportato a Palermo il 25 Marzo ettore majorana, scrive al suo direttore di università annunciando la sua scomparsa, ma appena arrivato a Palermo dalla stanza di un albergo, Majorana scrive nuovamente al suo direttore:
"...il mare mi ha rifiutato, tornerò domani all'albergo Bologna di Napoli",
da questo momento in poi di Ettore Majorana si perdono le tracce. La misteriosa scomparsa, solleva da anni milioni di interrogativi, sopratutto perché il giorno di sparire Majorana ritira il suo passaporto e ritira una cospicua somma in denaro. Secondo Sciascia Majorana avrebbe scelto di legarsi alla vita religiosa, altri riportano che negli anni 50 lo avrebbero visto in argentina sotto falso nome, altri ancora invece lo riconoscono in Tommaso Lipari di Mazara del Vallo, un clochard che viveva per strada dando lezioni di matematica ai giovani del paese. In tutte queste ipotesi l'idea non condivisa dagli storici della scienza è che Majorana avrebbe intuito in anticipo che la ricerca scientifica di quegli anni avrebbe condotto alla costruzione della bomba atomica.

Un'altra pista però sembra portare ai servizi segreti. Durante quel periodo storico, la costruzione di un'arma di massa, una mente come quella di Majorana poteva essere decisiva. Un rapimento? Un omicidio? Per considerare il destino di Majorana bisogna studiare tutto il percorso esistenziale. La scelta finale di Majorana, non è un gesto improvviso, ma il frutto di una profonda riflessione filosofica e in particolare la frequentazione delle opere di Schopenhauer. E' una scelta che mette come suggello alla sua esistenza. Una sottrazione totale all'essere, una dispersione in mare. Majorana era arrivato ad un punto dove non è possibile tornare indietro.

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