Il Parco Nazionale Gombe Stream forse non è tra i parchi più conosciuti dai turisti in cerca di avventure africane. E' un'area montagnosa, una striscia di circa cinquemila ettari, che ne fa il parco più piccolo della Tanzania, situato subito accanto alle sponde del lago Tanganika e accessibile solo con imbarcazioni. Il parco è stato istituito nel 1968; è ricco di specie di uccelli e di scimmie, ma la sua finalità principale è la protezione degli Scimpanzé e delle foreste di media montagna, che costituiscono l'habitat di questa specie, purtroppo minacciata di estinzione.
La comunità di Scimpanzé di Gombe è divenuta famosa, e non solo tra gli addetti ai lavori, per il fatto di essere stata oggetto, per circa quaranta anni, delle ricerche sul campo di Jane Goodall, la zoologa inglese che ha dedicato la sua vita allo studio di questi animali. Grazie alla fondazione Goodall è in atto una campagna mondiale per la tutela di questi straordinari primati, il cui patrimonio genetico è il più simile a quello degli esseri umani. Tuttavia, il Parco e gli sforzi della Fondazione non sono sufficienti a garantire la sopravvivenza della comunità di scimpanzé, costituita oggi da circa cento individui, meno di un terzo di quanti ve ne erano quando la Goodall ha iniziato le sue ricerche.
Come è facile capire, le scimmie non riconoscono i confini del parco: il territorio forestale tutt'intorno a Gombe, che costituisce circa il cinquanta percento della superficie necessaria ad una conservazione ottimale della specie, è oggetto di profonde trasformazioni dovute al disboscamento. Nei loro spostamenti gli animali non solo diventano preda di bracconieri, ma non trovano più le condizioni ambientali adatte alla loro sopravvivenza. Inoltre, il permanere sempre nella stessa area, senza avere la possibilità di incontrare altri scimpanzé appartenenti ad altre popolazioni, causa l'indebolimento del gruppo di Gombe per i troppi incroci tra consanguinei.
Fonte: Parks.it
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