giovedì, febbraio 15, 2007
Ettore Majorana e l’amore per la didattica
Ho letto con attenzione i due begli articoli scritti da Dino Messina (Corriere, 5 febbraio) e da Claudio Magris (Corriere, 12 febbraio) sul mistero della scomparsa di Ettore Majorana. Colgo l’occasione per una piccola precisazione: il mio libro su «Il Caso Majorana», cortesemente citato, fu pubblicato dalla Mondatori, si, ma solo nel 1987 e 1991, mentre l’edizione non esaurita, del 2002, è apparsa per i tipi della - Di Renzo Editore - di Roma. Entrambi gli articoli commentano l’interessante libro «Tra scienza e lettere», di Paolo Simoncelli, intorno a E. Majorana, G. Gentile jr., e il loro Concorso a cattedre del 1937: libro che conferma la convinzione che Ettore Majorana partecipò volentieri, e senza opposizione da parte dei colleghi, al detto Concorso, che lo vide vincitore – al di fuori di ogni ordinaria procedura – per meriti eccezionali: lo stesso Sciascia, che sostenne una versione differente, ammise il suo libro essere un «misto di storia e d’invenzione».L’articolo di Messina riporta una delle lettere del Majorana contenute nel mio libro, la quale manifesta il suo noto interesse per la trasmissione didattica a giovani allievi di partedi ciò che la sua mente prodigiosa andava comprendendo e svelando delle elegantissime leggi della fisica.Mi si permetta ricordare qui due altri brani (sempre tratti dal mio libro), anteriori alla proclamazione ufficiale dei risultati del Concorso. Riferendosi proprio al Concorso in svolgimento, che lo porterà «fuori concorso» alla nomina a professore ordinario di fisica teorica a Napoli, 16 novembre 1937 Majorana aveva scritto quanto segue allo zio Quirino (autorevole fisico sperimentale): «Caro zio,… Ho riso alquanto delle stranezze procedurali del mio concorso, delle quali non avevo alcun sospetto. Spero di andare veramente all’Università di Napoli… Tuo Ettore».E il 21 novembre successivo, Majorana scrisse al suo grande amico Giovannino Gentile, sullo stesso tema e col suo usuale amore per lo humour: «Caro Gentile… MI meraviglio che per quanto mi riguarda tu dubiti del mio buono stomaco. Pio XI è molto vecchio ed io ho ricevuto un’ottima educazione cristiana; se al prossimo conclave mi fanno Papa per meriti eccezionali, accetto senz’altro… Molti saluti affettuosi, e auguri per te. Tuo E. Majorana.Corriere della sera, pag. 45, Mercoledì 14 Febbraio 2007Erasmo Recami, Università di Bergamo
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